Il Sannio era una regione dell'Italia centro-meridionale, abitata fino ai primi secoli d.c. dal popolo dei Sanniti. Il territorio dei Sanniti si estendeva sull'Appennino centro meridionale, tra Abruzzo, Molise, Campnia, Lucania e Puglia. tale territorio era chiamato dai suoi abitanti Safinim, (in lingua OSCA) e definivano se stessi come Safineis. In latino Safinim si trasformò in Samnium e gli abitanti furono chiamati Samnites.
Ancora oggi , a distanza di millenni, la storia del popolo Sannita non finisce di affascinare chiunque si avvicini al suo studio. La loro storia si interseca con quella di altri popoli, come i Greci, gli Etruschi, i Celti e ovviamente con quella dei Romani, con cui furono in eterno contrasto. Erano, senza dubbio, le genti più caparbie e risolute tra tutte quelle della penisola italica; un popolo che teneva molto alla propria libertà, che cercò di difendere con ogni mezzo, sino alla fine. Un popolo che ha avuto grande importanza nella storia della nostra penisola. Il termine Italia fu utilizzato per la prima volta proprio dai Sanniti, per indicare tutti quei territori tra il Tirreno e l'Adriatico, uniti per combattere contro l'egemonia di Roma.
Il popolo Sannita era formato da quattro comunità:
I caudini che erano i più occidentali e quindi quelli più vicini ed influenzati dagli usi e costumi dei Greci che abitavano le zone costiere della Campania;
Gli Irpini che vivevano nella zona a sud del Sannio (comprendente l'odierno Sannio beneventano). Erano detti uomini lupo ed il loro nome deriva proprio da "hirpus" che in osco significa lupo. Tra le principali città vi era Maloenton (chiamata dai romani Maleventum per le ripetute sconfitte che subirono dai sanniti, ma che poi , in seguito alla vittoria dei romani su Pirro nel 275 d.c. ,proprio in questa zona, fu ribattezzata con il nome di Beneventum) I Frentani che vivevano nelle pianure tra le falde dellappennino sannita ed il mare adriatico. I Marrucini che vivevano a nord dei Frentani ed avevano la capitale nella odierna Chieti.

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Pesco Sannita

È un piccolo borgo posto su un colle alla destra del fiume Tammaro, sicuramente frequentato già in epoca romana. Nel 1133 la popolazione respinse, grazie alle sue fortificazioni, gli attacchi del conte Ralpotone....

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Pietrelcina

Pietrelcina è un piccolo comune della provincia di Benevento già frequentato in epoca romana. Il centro storico deve la sua indubbia bellezza al fatto di aver conservato inalterato il suo impianto medioevale...

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San Marco dei Cavoti

Borgo notevolmente esteso ubicato su una collina nel bacino del Tammaro. La sua notorietà è notevole e si estende anche al di fuori dei confini della Campania grazie alla produzione di prelibati torroni.

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La Terra dei Falchi

Tutto il territorio nelle immediate vicinanze di Pesco Sannita , e con maggior precisione i territori compresi tra Pietrelcina, Pesco Sannita, e Fragneto Monforte, fino a Baselice e San Bartolomeo in Galdo, sono caratterizzati da una grande presenza di uccelli rapaci di varie specie e dimensioni. È molto frequente passeggiare tra le antiche viuzze dei borghi medievali o immersi nella natura e scorgere il grande falco o il più piccolo gheppio solcare il cielo...

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Cerreto Sannita

Graziosa cittadina posta nel mezzo della comunità montana del Titerno. Tra la fine del '500 e gli inizi del '600, sotto il dominio dei Carafa e l'influenza dei vescovi telesini che vi si trasferirono...

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Cusano Mutri

Affascinante e verdeggiante borgo arroccato su uno sperone di roccia nei pressi del fiume Titerno. Il suo nome deriva dal monte Mutria, monte sacro per le antiche genti Sannite. La notorietà...

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Morcone

posto alle falde del monte Pizzi, lungo la valle del fiume Tammaro, è uno dei paesi più importanti del Sannio. Nel IX secolo l'imperatore d'oriente , Leone il Saggio, istituì a Morfone una diocesi...

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Sant'Agata de Goti

Antico e suggestivo paese posizionato su una terrazza tufacea tra due affluenti del fiume Isclero. Sorge nel luogo in cui era ubicata l'antica città sannita chiamata Saticula. L'attuale borgo conserva ancora

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La Dormiente del Sannio

A Nord-Ovest di Benevento si staglia nitida contro il cielo la Dormiente del Sannio , una splendida donna addormentata che altro non è che il massiccio appenninico del Taburno-Camposauro.

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Pesco Sannita

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È un piccolo borgo posto su un colle alla destra del fiume Tammaro, sicuramente frequentato già in epoca romana. Nel 1133 la popolazione respinse, grazie alle sue fortificazioni, gli attacchi del conte Ralpotone e Rainullo. Fu feudo dei Della Marra, dei Caracciolo, e dei Carafa, che lo amministrarono fino alla scomparsa dei diritti feudali. Il centro storico, sito sulla parte più alta della collina, ha un aspetto tipicamente medioevale con viuzze strette, scalinate e piccole case addossate le urne alle altre. Per maggiori informazioni visita www.pescosannitaturismo.it


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Pietrelcina

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Pietrelcina è un piccolo comune della provincia di Benevento già frequentato in epoca romana. Il centro storico deve la sua indubbia bellezza al fatto di aver conservato inalterato il suo impianto medioevale, con viuzze strette arroccate su un crostone roccioso detto Morione. Pietrelcina è balzato agli onori della cronaca mondiale perché qui nacque, nel 1887, Francesco Forgione, conosciuto come Padre Pio da Pietrelcina, oggi San Pio. Ancora oggi, al numero civico 27 di vico Storto Valle, è possibile visitare la casa natale di Padre Pio. I luoghi natali di Padre Pio, e quelli dove trascorse la sua giovinezza, attirano oggi migliaia di persone in questo paesino dal sapore antico.


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La Dormiente del Sannio

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A Nord-Ovest di Benevento si staglia nitida contro il cielo la Dormiente del Sannio , una splendida donna addormentata che altro non è che il massiccio appenninico del Taburno-Camposauro. L’immagine è decisamente suggestiva, soprattutto all’imbrunire, nelle giornate nitide e senza foschie, quando risplendono sul suo azzurro corpo le mille luci dei paesini abbarbicati, come Torrecuso, Foglianise, Vitulano, Tocco Caudio, fino a Montesarchio, dolcemente adagiato ai piedi della dormiente. E’ un’immagine da cartolina che vi porterete sicuramente nel cuore per sempre. La provincia di Benevento, con i suoi silenzi e le emozioni che solo la natura incontaminata sa offrire, è la meta ideale per trascorrere, seguendo incantevoli itinerari, indimenticabili e serene giornate. Il Massiccio del Taburno fu celebrato, sin dall’antichità, da Virgilio per essere pingue di pascoli (Aen. XII, 715), di pregiati ulivi sui fianchi (Georg. II, 38) e ricco di cacciagione. La vera ricchezza è rappresentata dalla varietà di vegetazione: dall’agrifoglio al biancospino, dal sottobosco agli alberi ad alto fusto, quali castagno, abete, quercia e faggio. Tra gli animali sono presenti i predatori: volpe, donnola, martora e faina. Abbondano cinghiali, ricci, lepri, caprioli, mufloni nonché cavalli allo stato brado, quivi portati sotto Carlo III di Borbone che aveva fatto del Taburno foreste demaniali. Per l’avifauna sono da segnalare: gazza, cornacchia, merlo, corvo imperiale e poiana. La zona è ricca di acqua. Si ricordano le numerose sorgenti poste alle sue pendici; valga per tutte il ricordo “storico” delle sorgenti del Fizzo, localizzate tra i comuni di Bonea e Bucciano, che, attraverso il monumentale acquedotto vanvitelliano, alimentano le cascate della Reggia di Caserta. In questo suggestivo ambiente, dove l’uomo è stato sempre presente, dedito alla pastorizia ed alla coltivazione della terra, il percorrere un itinerario immerso in una natura incontaminata fa rivivere e riscoprire un mondo ormai dimenticato, dove reperti e chiese rupestri testimoniano un radicale e profondo attaccamento a questa “terra”, dove la luce del tramonto avvolge la realtà in un sogno nostalgico e misterioso e dove l’immaginazione corre indietro nel tempo, alla ricerca di un popolo forte e fiero, geloso custode delle sue origini e tradizioni.


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Sant'Agata de Goti

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Antico e suggestivo paese posizionato su una terrazza tufacea tra due affluenti del fiume Isclero. Sorge nel luogo in cui era ubicata l'antica città sannita chiamata Saticula. L'attuale borgo conserva ancora la sua antica pianta a semicerchio e numerose opere d'arte, che contribuiscono a fare di Sant'Agata una metà turistica privilegiata. I principali monumenti sono "Il castello ducale", "Il duomo dell'Assunta", "La chiesa dell'Annunziata", "La chiesa di S.Menna". È inserita nella guida "I borghi più belli d'Italia".


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Cerreto Sannito

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Graziosa cittadina posta nel mezzo della comunità montana del Titerno. Tra la fine del '500 e gli inizi del '600, sotto il dominio dei Carafa e l'influenza dei vescovi telesini che vi si trasferirono, Cerreto visse un periodo di splendore, durante il quale ebbe grande impulso l'artigianato tessile e ceramico. Oggi questa cittadina è molto nota per la produzione di ceramiche artigianali di ottima qualità. I principali monumenti da visitare sono : "La cattedrale", "La chiesa di San Gennaro", il "Museo civico della ceramica".


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La Terra dei Falchi

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Tutto il territorio nelle immediate vicinanze di Pesco Sannita , e con maggior precisione i territori compresi tra Pietrelcina, Pesco Sannita, e Fragneto Monforte, fino a Baselice e San Bartolomeo in Galdo, sono caratterizzati da una grande presenza di uccelli rapaci di varie specie e dimensioni. È molto frequente passeggiare tra le antiche viuzze dei borghi medievali o immersi nella natura e scorgere il grande falco o il più piccolo gheppio solcare il cielo in cerca di prede. A volte si fermano a mezz'aria restando, come per magia, sospesi immobili nel cielo, mentre con lo sguardo scrutano minuziosamente il terreno sottostante. E ti passano accanto regalandoti la magia della loro antica presenza, e li osservi con lo sguardo fin quando si posano su un albero o su un traliccio. All'imbrunire , invece, sei incuriosito dal richiamo del gufo o della civetta. Sono uccelli più schivi e discreti dei loro cugini falchi, ma che puoi osservare , mimetizzati, tra le pietre di qualche casa diroccata. Poi si alzano in volo e con le loro possenti ali vanno dritti verso la valle e ti lasciano solo la sensazione magnifica di aver vissuto qualcosa di unico. Suggestivo è il percorso che partendo dal Parco dell’Acqua Sulfurea, a Pesco Sannita , dove è possibile godere dei benefici effetti di una sorgente sulfurea, si sviluppa con una passeggiata , per oltre 5 km, lungo le rive del fiume Tammaro, oppure quello che parte dalla Fontana di Monteleone fino ai ruderi del Castello Feudale. Lungo questi percorsi, ed altri, è possibile fare bird watching, osservando i rapaci della zona, soprattutto il falco Pellegrino, la Poiana, il Gheppio e l’Allocco, che essendo presenti in numero maggiore sono più facilmente avvistabili


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Cusano Mutri

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Affascinante e verdeggiante borgo arroccato su uno sperone di roccia nei pressi del fiume Titerno. Il suo nome deriva dal monte Mutria, monte sacro per le antiche genti Sannite. La notorietà del oristiche e ai suoi prodotti tipici. Di notevole interesse turistico è il borgo medioevale con le case costruite a gradinate le une accanto alle altre. Cusano Mutri è inserito nella guida "I borghi più belli d'Italia".


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Morcone

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Posto alle falde del monte Pizzi, lungo la valle del fiume Tammaro, è uno dei paesi più importanti del Sannio. Nel IX secolo l'imperatore d'oriente , Leone il Saggio, istituì a Morfone una diocesi di rito greco, dipendente direttamente da Costantinopoli, che fu poi soppressa dalla potente Chiesa di Roma solo nel 1200. L'abitato, in forte dislivello, è caratterizzato da stradine, gradinate e piazzette che in estate sono animate da spettacoli vari. Morfone è inserito nella guida "I borghi più belli d'Italia".


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Iside, le streghe e i miti di Benevento

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La storia vuole che le streghe di Benevento si raccogliessero attorno ad un noce magico, in un rito magico detto Sabba. Le streghe si preparavano al sabba cospargendosi il petto con un unguento, dopodiché uscivano volando sulle proprie scope di saggina, al suono dell'antico adagio: unguento,unguento, portami al noce di Benevento, sopra l'acqua e sopra il vento, e sopra ogni altro maltempo. Ai sabba sotto al noce prendevano parte streghe di diversa provenienza. Questi consistevano in banchetti, orge con spiriti e demoni sotto forma di caproni o gatti. Dopo le riunioni le streghe seminavano il terrore. Si credeva che causassero aborti, deformità nei neonati, facessero dispetti, facendo trovare le criniere dei cavalli intrecciate. Ancora oggi nei paesini del beneventano circolano voci secondo le quali le streghe rapiscano dalle culle i neonati, per passarseli tra di loro e riportarli infine al loro posto. Tre erano le tipologie di streghe a Benevento: 'a janara, 'a zoccolara, e 'a manolonga. La leggenda delle streghe di Benevento è una delle ragioni principali della fama nel mondo della nostra città. Tanto che molti artisti, scrittori, musicisti hanno tratto ispirazione da questa leggenda. Secondo alcuni la leggenda è da far risalire al periodo longobardo, quando gli invasori adoravano un serpente d'oro (probabilmente legato alla dea Iside, che era dominatrice dei serpenti). I longobardi cominciarono poi a celebrare presso il fiume Sabato dei riti particolari, che sono stati all'origine dell'idea dei riti delle streghe. Un sacerdote di nome Barbato accusò i dominatori di idolatria , ed egli stesso abbattè il noce sacro, strappandone le radici. In realtà la leggenda delle streghe deriva da una serie di fattori diversi, ma in particolare è da collegare all'antica venerazione, presso la città di Benevento, della dea Iside e della dea Diana. Il culto di Iside, e successivamente l'affermarsi del mito del streghe é legato, senza dubbio, alla energia magica di questo territorio. La fondazione della città in una confluenza fluviale, così come avviene per Torino e Praga, pone la conca di Benevento tra i nodi cruciali del "reticolo energetico" sacro che avvolge e vivifica la Terra. La costruzione di un tempio dedicato ad Iside, la potente dea e maga egizia, unico in europa ad essere costruito con materiali, tecniche ed arredi, originari dell'Egitto, è la conferma del primato magico che questa città vanta nell'Italia intera e nel mondo. L'altra divinità molto venerata in città era la Dea Diana, Signora e Matrona del Sannio, le cui sacerdotesse e seguaci, dette janare, erano le depositarie di un sapere astronomico e religioso senza tempo. Il termine janara era la trascrizione dialettale del latino dianara , che significa "seguace di Diana". In quanto personaggio cardine della leggenda che più caratterizza la cittá di Benevento e nonostante che la sua immagine venga spesso confusa con lo stereotipo della strega cattiva, la janara è, in realtà, il simbolo della vita vissuta in armonia con la natura, ossia in sintonia con la madre Terra. Si ritiene che le ultime vestali del tempio di Iside e Diana a Benevento , scacciate dalla città, furono costrette a vivere nei boschi della valle del fiume Sabato, e siano le progenitrici delle janare, le quali conoscevano il ciclo dei pianeti, e i rimedi fito-terapici. Secoli fa, quando non esistevano ospedali o ambulatori medici, era proprio a loro che si rivolgevano le genti locali per essere curate. Reale,invece, fu la persecuzione delle streghe, iniziata con le prediche di San Bernardino da Siena, che nel XV sec. predicò pesantemente contro di esse, ed in particolare contro quelle di Benevento. Egli stesso le indicava come causa di sciagure e sosteneva la tesi secondo la quale dovessero essere sterminate. Nel 1486 fu pubblicato il Malleus Maleficiarum, che spiegava come riconoscere le streghe, come processarle ed interrogarle con torture atroci. Proprio attraverso tali torture furono raccolte diverse confessioni, nelle quali si parlava di sabba a Benevento, di voli, della pratica di succhiare il sangue dei bambini. Perlopiu le streghe erano mandate al rogo o al patibolo.


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Posto alle falde del monte Pizzi, lungo la valle del fiume Tammaro, è uno dei paesi più importanti del Sannio. Nel IX secolo l'imperatore d'oriente , Leone il Saggio, istituì a Morfone una diocesi di rito greco, dipendente direttamente da Costantinopoli, che fu poi soppressa dalla potente Chiesa di Roma solo nel 1200. L'abitato, in forte dislivello, è caratterizzato da stradine, gradinate e piazzette che in estate sono animate da spettacoli vari. Morfone è inserito nella guida "I borghi più belli d'Italia".


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